Goes anywhere, writes everywhere, questo è il motto con cui è diventato famoso il refill a sfera ideato nel 1967 dello statunitense Paul Fisher per la sua Fisher Space Pen e subito adottato dalla Nasa e dall’allora USSR durante le missioni spaziali.
Come si puo’ vedere dall’immagine le particolarita’ che rendono il refill Fisher unico al mondo sono 3 :
1-E’ sigillato e contiene azoto nella parte posteriore. L’inchiostro viene spinto verso la punta ad una pressione di circa 6,3 kg/cm2 e non dalla forza di gravita’.
E’, di conseguenza, molto piu’ duraturo di un refill normale (circa 3 volte, puo’ tracciare infatti una linea retta lunga 15.000 piedi) perche’ si esaurisce completamente e non rimangono residui.
Il gas e’ separato dall’inchiostro da un galleggiante che scorre all’interno del serbatoio.
2-L’inchiostro stesso non e’ in forma liquida, come nei refill normali, ma in uno stato semi solido (tixotropico), e viene “disciolto” dalla rotazione della sfera, presente nella punta.
3-La sfera abrasiva, che ruotando “discioglie” l’inchiostro, e’ in carburo di tungsteno ed e’ alloggiata perfettamente in una cavita’ in acciaio inossidabile, il che impedisce la fuoriuscita dell’inchiostro e le sbavature sulla carta.